I Sindaci dei Comuni della provincia di Brindisi, riuniti per discutere del proliferare delle richieste di autorizzazioni per impianti da FER nelle zone agricole, hanno prodotto il seguente documento, demandando al Presidente della Provincia On. Antonio Matarrelli di inoltrarlo ai seguenti destinatari:
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Ministero dello Sviluppo Economico
Ministero dell’Agricoltura
Presidenza della Giunta Regione Puglia
Assessorato allo Sviluppo Economico Regione Puglia
Assessorato all’Ambiente Regione Puglia
Assessorato all’Agricoltura Regione Puglia
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Compete ai Comuni il governo delle trasformazioni dei rispettivi territori, programmandole e pianificandole attraverso gli strumenti urbanistici e regolando l'attività edilizia dei privati, più in generale disciplinando le attività umane affinché siano compatibili con l'ambiente e si realizzino le opere pubbliche ritenute necessarie.
Occorre tuttavia che il governo locale conservi la possibilità di interpretare le vocazioni e le aspirazioni dei territori e di garantirne l’espressione delle potenzialità specifiche, in altre parole di perseguire politiche di sviluppo e progresso per la popolazione.
Da qualche tempo lo sviluppo delle fonti rinnovabili rappresenta un tema centrale nel quadro politico e normativo, con l’argomento tornato alla ribalta in conseguenza del forte impulso che abbiamo registrato sul versante degli impianti fotovoltaici collocati in area agricola.
Siamo consapevoli delle opportunità e delle aspettative legate al processo di transizione energetica in atto, ma l’analisi del contesto normativo di riferimento non può prescindere da una compiuta valutazione circa gli effetti che le decisioni assunte in Parlamento e altrove sono in grado di produrre sugli equilibri tra le diverse componenti in gioco, a cominciare da quelle ambientali direttamente coinvolte.
Si tratta di bilanciare adeguatamente l’obiettivo di favorire la diffusione delle fonti di energia rinnovabile in vista del raggiungimento da qui al 2030 delle soglie di potenza fissate in seno al PNIEC con gli irrinunciabili fondamenti di tutela dei connotati del nostro territorio.
La nostra preoccupazione nasce per il costante avanzare di nuove tecnologie sul mercato e di nuove soluzioni progettuali in grado di massimizzare sempre più la produzione di energia da fonte fotovoltaica, per quanto queste novità si acompagnino sempre ad ampie rassicurazioni circa l’adozione di misure orientate a preservare il suolo e la biodiversità.
Ma come accade nel caso del “classico” fotovoltaico, anche le altre tipologie di impianti sono suscettibili di determinare modificazioni del territorio e pertanto anche in queste ipotesi vanno parimenti considerate le possibili conseguenze di tipo paesaggistico-percettivo quanto quelle di natura più strettamente ambientale, che interessano gli habitat.
D’altra parte il PPTR limita la realizzazione di impianti fotovoltaici in area agricola in ragione del supposto contrasto con gli aspetti percettivi del paesaggio tipico della zona e del pregiudizio per la connettività e la biodiversità del sistema ambientale regionale.
Pertanto alla Regione Puglia chiediamo che vengano individuate chiaramente le aree idonee e non idonee pensando anche a scongiurare il rischio di un impatto cumulativo ossia di una concentrazione straordinaria di impianti dentro la stessa area, quindi di regolare alla fonte l’ondata di insediamenti innescata dal favor manifestato in sede europea in vista del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione imposti dall’UE.
Per le nostre comunità rivendichiamo il diritto di partecipare ai processi di consultazione e valutazione, sia fornendo la nostra conoscenza dei luoghi, sia esprimendo pareri in merito alla adeguatezza di un’opera: chiediamo di poter esprimere un giudizio anche di tipo quantitativo, per verificare se il grado di pressione antropica atteso possa definirsi significativo rispetto alla matrice ambientale presa in considerazione, specie nelle aree non protette da uno strumento di pianificazione territoriale efficace.
Soltanto a queste condizioni sarebbe possibile conseguire reciproci vantaggi – per gli operatori professionali del settore e per i cittadini – in termini di produzione di energia rinnovabile, di tutela ambientale, di conservazione della biodiversità, senza spreco di suolo agricolo.
In definitiva l'interesse allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili non può prevalere in modo indiscriminato. Al contrario il principio di fondo è che la realizzazione degli impianti debba avvenire nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell'ambiente, di tutela del paesaggio e anche del patrimonio storico-artistico: le ragioni di tutela di carattere ambientale e paesaggistico devono essere anteposte a quelle di natura puramente energetico-speculativa, evitando un vaglio amministrativo che si limiti ad assentire l'opera sic et simpliciter, in quanto necessaria al raggiungimento di determinati contingenti di potenza.
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Per tutte queste ragioni, nell’esercizio delle funzioni che sono riconducibili al nostro ruolo anche rispetto alla salute pubblica, chiediamo:
1) l’emanazione di una normativa nazionale e regionale volta a determinare con criteri oggettivi e di agevole interpretazione le superfici massime utilizzabili in rapporto alla estensione dei terreni agricoli dei singoli Comuni nella installazione di impianti per la produzione di FER;
2) l’emanazione di una normativa transitoria che vieti il rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di ulteriori impianti sulle superfici agricole fino al varo della regolamentazione di cui al punto 1) che precede.